Lib.I Cap.IV
De palio currendo in festo beati Iuvenalis. Item statuimus, quod palium dictae civitatis curri debeat hoc modo videlicet, quod miles, seu socius domini Vicarij dictae civitatis personaliter accedere debeat ad Sanctum Andream in Lagia cum volentibus ad palium currere, et ipsis adscriptis ibidem si fuerint saltem duo; ipsos citra, et juxta Lagiam stare faciat seriatim, eosque simul uno ictu, et impetu faciat moveri ad currendum versus Narniam, et palium stare debeat supra Petronum, ubi est affixa catena; et ei, qui primus attigerit, atque pervenerit ad ipsum Petronum ipsum palium tradatur, et detur per illum tenentem. Volentes, quod ad praemissa currere non possit aliquis cum ronzeno, vel jumento, vel dari solito ad vecturam. Et quod dictis equis currentibus ad dictum palium, dum currunt, nullus de civitate Narniae, vel aliunde faciat aliquod impedimentum, seu obstaculum ad poenam X libraruum cortonensium de facto per dictum dominun Vicarium auferendarum. Corsa del palio nella festa del beato Giovenale. Stabiliamo che il palio della città si debba correre in questo modo, vale a dire, che il socius miles del Vicario della città debba andare di perona a Sant’Andrea in Lagia, con quelli che vogliono correre il palio, e dopo averli annotati in una lista, se saranno almeno in due; li faccia stare, uno dietro l’altro, al di qua e presso la Lagia, e quelli simultaneamente con un solo colpo e ordine faccia muovere per correre verso Narni; e il palio debba stare sopra Petrono, dove è attaccata una catena; e a quello che per primo lo avrà toccato e sarà giunto a Petrono, sia assegnato il palio, e sia dato da quello che lo tiene. Vogliamo, che nessuno possa correre con un ronzino, o giumento, o con quello, che si dà solitamente a vettura. E che nessuno, della città di Narni o d’altro luogo, faccia qualche impedimento o ostacolo durante la corsa ai cavalli, che partecipano al palio, alla pena di 10 libbre cortonesi da infliggere, di fatto, dal Vicario. |
Lib.I Cap.V
De anulo argenteo currendo in festo beati Iuvenalis de mense maij. Item statuimus ad honorem et reverentiam gloriosissimi Iuvenalis martiris patroni, gubernatoris, et defensoris populi et Communis dictae civitatis, quod die festivitatis ipsius, quae celebratur tertia die mensis maij debeat curri anulus de argento, qui sit valoris, et aestimationis C solidorum cortonensium, et palium, de quo supra fit mentio in praecedenti capitulo sit valoris trium librarum de auro, hoc modo, videlicet: Quod vicarius dictae civitatis bandiri faciat tribus diebus ante dictum festum qualibet die semel per civitatem praedictam, quod quicumque equum habens se debeat preparare; ut sibi placuerit ad currendum anulum, et palium dicta die, et quod in Platea Maiori ipsius civitatis volentes currere debeant comparere, et quod ibidem existentibus mandare debeat, quod ipsi omnes volentes currere ad anulum, debeant stare ab angulo ecclesiae Sancti Salvati infra versus fontem, et posito anulo in loco solito debeant currere seriatim cum hasta, seu bortone singulariter secundum voluntatem domini vicarij, vel officialis ibidem praesentis, et ei currenti, qui currendo suam hastam miserit in anulum, secundum judicium ipsius militis dari, et assignari debeat ipse anulus in signum victoriae, et honoris. Dummodo ronzeni ad vecturam vel jumenta currere non possint nec habere ipsum anulum. Hoc addito quod primus currens sit unus ex potestatibus brigatarum Mezulis, secundus currens sit unus ex potestatibus Fraportae, tertius sit unus ex potestatibus terzerij Sanctae Mariae. Corsa dell’anello d’argento nella festa del beato Giovenale nel mese di maggio. Stabiliamo che, ad onore e riverenza del gloriosissimo Giovenale martire, patrono, governatore e difensore del popolo e del Comune della città, nel giorno della sua festività, che si celebra il terzo giorno del mese di maggio, si debba correre l’anello d’argento, che sia del valore e stima di 100 soldi cortonesi, e il palio, di cui è fatta menzione nel capitolo precedente, sia del valore di tre libbre d’oro, in questo modo: Il vicario della città faccia annunciare pubblicamente per la città tre giorni prima della festa, una volta al giorno, che chiunque possieda un cavallo si debba preparare; come e dove riterrà opportuno, per correre l’anello e il palio in quel giorno, e che quelli che vogliono correre si debbano presentare nella piazza maggiore della città, e che a coloro che stanno lì si debba mandare a dire, che tutti quelli che vogliono correre all’anello, debbano stare all’angolo della chiesa di San Salvato, all’interno verso la fontana, e, dopo che l’anello sia stato posto nel solito luogo, debbano correre uno dopo l’altro con l’asta o bordone, uno per volta, secondo la volontà del Vicario o dell’ufficiale presente, e al cavaliere, che correndo avrà infilato la sua sta nell’anello, secondo il giudizio dello stesso miles, si debba dare a assegnare l’anello in segno di vittoria e onore. Tuttavia i ronzini da vettura o i giumenti non possono correre né conquistare l’anello. Aggiunto questo che per primo a correre sia uno della potestà delle brigate di Mezule, secondo a correre sia uno delle potestà di Fraporta, il terzo sia uno delle potestà di Santa Maria. |