La cappella e l’oratorio della confraternita di San Sebastiano Subito a sinistra dell’ingresso della chiesa si apre un grande arco che da accesso ad una cappella completamente affrescata ed appartenuta alla confraternita di San Sebastiano. L’ambiente conserva un complesso ciclo di affreschi realizzato tra la fine del Quattrocento e il 1538 da ben tre diverse botteghe di pittori e costituisce uno degli esempi più interessanti della diffusione in Umbria meridionale del linguaggio raffaellesco. All’interno delle vele delle volte a crociera, a partire dall’altare maggiore, troviamo il Salvator Mundi attorniato da angeli, i Quattro Evangelisti, i Quattro Dottori della chiesa, i Quattro profeti e i Santi Giovenale e Cassio, protettori di Narni. L’altare sulla parete di fondo, rifatto nel 1805, ospitava fino a qualche tempo fa una tela raffigurante San Sebastiano trafitto dalle frecce, spostata nella cattedrale di San Giovenale dopo il recente restauro. In origine l’altare della cappella era costituito da una struttura più antica e complessa, che ospitava al centro una scultura di legno di San Sebastiano, firmata da un certo “Magister Johannes”, mentre ai lati si trovavano due tavole dipinte con l’immagine dei due santi antipeste Fabiano e Rocco, firmate quest’ultime dal pittore Cola da Orte e datate 1490. Probabilmente le tavole e la scultura furono asportate quando la chiesa venne occupata dalle truppe napoleoniche alla fine del Settecento. Sulla parete di fondo, ai lati dell’altare, emergono al di sotto della tinta azzurra della parete le immagini dell’Arcangelo Gabriele, a sinistra, e della Vergine annunciata a destra. Volgendo lo sguardo alle pareti della cappella si possono ammirare quattro lunette, due a destra e due a sinistra, decorate rispettivamente, tre con le scene della vita di san Sebastiano ed una con quella di sant’Agostino: la prima a destra dell’altare raffigura i santi Marco e Marcelliano che si avviano al martirio accompagnati da san Sebastiano, mentre la seconda sulla stessa parete San Sebastiano colpito dalle frecce. Sull’altro lato, subito a sinistra dell’ingresso troviamo Il martirio di San Sebastiano e, infine, alla destra della finestra, la Visione di sant’Agostino in riva al mare.
I pittori La prima bottega che lavorò alla decorazione della cappella è stata guidata da un maestro definito dalla critica “antoniazzesco”, che si è formato cioè sul linguaggio del grande pittore romano Antoniazzo Romano, operoso nell’Urbe e nel Lazio tra gli anni sessanta del Quattrocento e i primi anni del secolo successivo. L’anonimo maestro sarebbe il responsabile dell’esecuzione dell’Annunciazione della parete di fondo e degli Evangelisti e dei Dottori della chiesanella volta. Per ragioni a noi ignote, la decorazione fu interrotta fino a quando, nel 1523, il cantiere venne affidato a Lorenzo e Bartolomeo Torresani, due pittori originari di Verona che si erano stabiliti a Narni. Preziose informazioni ci vengono dal contratto di allogazione degli affreschi, dove si fa esplicito riferimento alle pitture che già erano presenti all’interno della cappella (quella eseguite dal pittore antoniazzesco) e a quelle che sarebbero dovute essere eseguite dai due fratelli secondo il disegno che il maestri avevano già consegnato al notaio. Tuttavia anche i Torresani hanno lasciato incompiuta la loro opera. Ne veniamo a conoscenza da un cartiglio dipinto nelle mani dell’angelo che compare in alto, all’interno della scena con il martirio dei santi Marco e Marcelliano, dove Lorenzo Torresani si dichiara dispiaciuto di lasciare la sua opera “deserta” cioè isolata, incompleta. Ai due maestri veronesi andrebbero attribuite, quindi, secondo gli ultimi studi, le due lunette dipinte ai lati dell’altare con il Sant’Agostino e con Marco e Marcialleniano(Novelli 2012, p. 383). La seconda campata della cappella venne decorata, insieme alle figure dei quattro profeti e dei santi patroni di Narni sulla volta, da una terza bottega che portò a compimento il lavoro nel 1538, anno segnato su una delle candelabre dipinte sulla parete sinistra. Affianco alla cappella si trova l’ambiente che costituiva l’oratorio, il locale di riunione della confraternita di San Sebastiano. Qui sopravvive sulla parete di fondo un suggestivo affresco datato 1500 raffigurante la Crocifissione, opera di un anonimo artista umbro influenzato dal linguaggio del Signorelli, convenzionalmente soprannominato “maestro della tomba Cesi”, per aver decorato la lunetta che decora il monumento funebre del senatore Pietro Cesi nella Cattedrale di San Giovenale.
A. Novelli, Giovan Francesco Perini, Ultima Cena, in Museo della città in Palazzo Eroli a Narni, a cura di D. Manacorda e F. F. Mancini, Firenze 2012, pp. 381-384.