Parrocchia dei SS Giovenale e Cassio nella CATTEDRALE DI NARNI
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Il sacello di San Cassio

Immagine
 ("Il sacello, legato alla memoria di San Giovenale, è senza dubbio il monumento più importante che precedette e sopravvisse ai secoli romanici. Nel suo interno si riconosce agevolmente la grotticella col sarcofago di arenaria, non anteriore al secolo VIII, in cui fu composto il corpo di San Giovenale quando fu riportato a Narni, a riparazione della rapina sacrilega del margravio Adalberto. E' quella grotticella che fu occultata alla fine del IX secolo e fu scoperta il 16 aprile 1642, quando il vescovo Giampaolo Bocciarelli ritrovò le sacre spoglie. E' facile riconoscere all'interno (a cui si accede attraverso una attigua caletta) tracce delle colonne di cui fu ornato, trasformandolo quasi in piccola basilica, quando fu annesso al Duomo e le iscrizioni relative ad altri vescovi. Tracce di lavori e di apporti di epoche diverse sono evidenti: basti l'altare della seconda metà del secolo XVII col sovrapposto paliotto, databile alla metà del Quattrocento. Ma  più di ogni altra cosa è notevole il pavimento: è formato di tronconi, si direbbe, o almeno di relitti d'una pavimentazione  precedente, di fattura nettamente cosmatesca; e i frammenti, insignificanti in se stessi, sono composti o meglio accostati in modo così rozzo da stupire. In un luogo tanto venerato e ornato, un pavimento così informe può dar luogo a una sola ipotesi: che quei frammenti, provenienti di certo da una demolizione, siano stati considerati di grande valore, quasi come altrettante reliquie, in quanto parti del sacello più antico, quale lo videro gli architetti che (forse del Seicento) diedero l'ultima sistemazione al celebrato monumento. Uscendo dal sacello e guardando al di sopra di esso, è visibile il solenne mosaico col Cristo benedicente, che si pensa sia stato danneggiato dall'alluvione del 1053 e, prima ancora, dal terremoto dell'847. E' integrato da affreschi su tre strati. Anche la colonna ancora in situ è in parte coperta da due strati di affreschi, di cui quello visibile è sicuramente del secolo XV (scuola del Maestro di Narni, 1409). Si è già detto come, accanto alla parte superiore del mosaico, si veda ancora un tratto delle mura cittadine.  La fronte del sacello offre non pochi e non facilmente risolubili problemi di interpretazione: tutto induce a ritenere che questa facciata sia frutto di ricomposizione tarda, databile a quello stesso periodo in cui si abbandonò l'arte cosmatesca e cioè nel secolo XV. Le parti che la compongono moltoprobabilmente derivano
dall'antica fronte, quale era stata composta prima che il sacello fosse mutilato della parte anteriore per dare continuità alla quarta navata.
La lastra con l'epigrafe in onore di San 
Cassio e di Fausta con la figura dei due agnelli tendenti alla croce: è una splendida lapide del secolo VI (30 giugno 558) con una bella iscrizione metrica che glorifica il santo e sua moglie. Sembra che sia stata infissa in epoca assai tarda, forse durante i lavori seicenteschi. Certo è che per infiggerla si dovette rompere e mutilare una lesena, quella che separava i due riquadri centrali. La facciata del sacello è ornata dai riquadri soltanto nella parte centrale. Due statue del secolo XV (restaurate nel 1991) sono sistemate sul fronte del sacello: nella nicchia di destra la statua della Pietà; in quella di sinistra la statua di San Giovenale. Più in alto, un dipinto (sec. XVI) raffigurante San Cassio."  (Ecclesia Cathedralis Narniensis)

​CASSIVS IMMERITO PRESVL DE MVNERE CRISTI
HIC SVA RESTITVO TERRAE MIHI CREDITA MEMB[RA]
QVEM FATO ANTICIPANS CONSORS DVLCISSIMA VITAE
ANTE MEVM IN PACEM REQVIESCIT FAVSTA SEPVLCRVM
TV ROGO QVISQVIS ADES PRECE NOS MEMORARE BENIGNA
CVNCTA RECEPTVRVM TE NOSCENS CONGRVA FACTIS
S[E]D[IT] ANN[OS] XXI M[ENSES] VIIII D[IES] X R[E]Q[VIEVIT] IN PACE PRID[IE] KAL[ENDAS] IVLI [AS] P[OST] C[ONSVLATVM] BASILI V[IRI] C[LARISSIMI] ANN[IS] XVII.

Questa epigrafe rappresenta una preghiera del vescovo Cassio, che dedica alla moglie, premortagli, Fausta, il sepolcro, affinché il passante preghi per entrambi.
La datazione consolare (558 d.C.) sembra aggiunta dopo la morte di Cassio stesso (è pensabile d'altra parte che l'epigrafe sia stata realizzata al momento della morte della moglie del presule).
 
E. ANGELO, Narni e i suoi Santi, Fondazione Centro Studi Alto Medioevo, Spoleto, 2013
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Tutte le foto, eccetto dove diversamente specificato, su gentile concessione della Diocesi di Terni-Narni-Amelia (aut. N. 526/15).
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