2 febbraio 2020
La festa, detta dal popolo “Candelora”, porta a compimento il tempo natalizio della incarnazione/manifestazione di Gesù come Messia, unico salvatore del mondo. Chiamata più correttamente festa della “Presentazione al Tempio di Gesù”, attraverso la benedizione delle candele prevista dalla liturgia, sottolinea non solo il legame con il Natale di cui porta idealmente a conclusione il percorso (tanto che in Cattedrale lasciamo il presepio fino a quel giorno), ma anche con la Pasqua: nella Veglia pasquale, mentre viene solennemente portato il cero acceso attraverso la navata, cantiamo “lumen Christi - Cristo luce del mondo” proprio a sottolineare come il Cristo, incarnato, morto e risorto per la nostra salvezza sia la vera luce che illumina il mondo. Con la liturgia odierna torniamo a manifestare la nostra fiducia in quel Bambino divino nato per noi, presentato al Tempio dai genitori entro gli otto giorni previsti dalla legge mosaica, che il santo vecchio sacerdote Simeone definisce “luce per illuminare le genti e gloria del suo popolo”. |