Fu Vescovo di Narni dal 536 al 558. Il Papa San Gregorio nei “Dialoghi” e nelle “Omelie” parla della sua vita e della sua santità. Sappiamo che era sposato a Fausta che egli chiamava “consors dulcissima vitae” e che morì alcuni anni prima di lui.
Resse la Chiesa di Narni durante le invasioni barbariche, si adoperò per ammansire la furia degli invasori, affrontò personalmente il re Totila che aveva distrutto Terni e Carsulae ottenendo che la città di Narni fosse risparmiata.
Si narra che morì attorniato da tutti i suoi presbiteri. Il suo culto è molto vivo fin dall’alto medioevo; è considerato patrono di Narni congiuntamente a San Giovenale, Vescovo proveniente dall’Africa.
Le sue reliquie furono trafugate nell’850 e portate nella Basilica di San Frediano in Lucca. Nel 1676 una parte di esse fu restituita alla città di Narni e di nuovo riposte nel Sacello, all’interno della Cattedrale, ove era stato sepolto.
Un’antica epigrafe con una bella iscrizione metrica risalente al VI secolo (30 giugno 558), posta all’interno dell’antico Sacello, glorifica il Santo e sua moglie.
La sua festa si celebra liturgicamente il 4 di luglio