Nel 1898, Giovanni Eroli nel suo libro “Descrizione delle chiese di Narni e suoi dintorni”, ci fornisce una curiosa descrizione del chiostro del Monastero di Santa Margherita:
“il monistero, annesso alla chiesa, non merita niuna considerazione, perché mal costrutto e male ordinato. Fu da principio instituito per le sole nobili, ma in fine ammesse donne d’ogni ceto. E appunto perché ab origine fatto per le nobili, riconosce la chiesa la sua nobiltà ed eleganza. Le prime famiglie della città, come sarebbero gli Eroli, i Cesi, i Cardoli, i Rodolfini etc., diedero al luogo vari loro individui, che occuparono le prime cariche, e ivi, per amor loro, spesero buone somme, perché si abbellissero e monistero e chiesa. Per ciò in questa veggensi i loro stemmi a rilievo [...] I nobili di allora erano assai ricchi e assai splendidi; favorivano molto le belle arti e dei lavori di queste decoravano i loro sontuosi palazzi. Questo lusso ora non si vuol più, ed i nepoti vendettero a basso prezzo ciò che gli avi aveano caramente acquistato. [….] Le monache, ridotte a poche, furono per legge demaniale unite a quelle del monistero di s.Restituta nell’anno 1892. Il fabbricato e gli orti passaron quindi in potere del Municipio, che nel 1894 affittolli per la villeggiatura al collegio Ghislieri di Roma. Trovandosi quivi gli alunni contenti e in piena salute, venne l’affitto confermato per altri cinque anni; e così, dove prima passeggiavano silenziose e gravi donne votate al Signore, ora vi saltano, giuocano e studiano giovani allegri e spensierati; e la chiesa, in cui giornalmente risonavano voci femminili salmeggiando e cantando inni sacri, oggi è fatta muta, e soltanto, quando vi sono gli alunni, vi si celebra la messa, e qualche altra religiosa funzione.”
Oggi nel chiostro e nelle zone attigue sono stati ricavati alloggi di proprietà del Comune di Narni.