Parrocchia dei SS Giovenale e Cassio nella CATTEDRALE DI NARNI
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La chiesa di San Francesco

La chiesa è aperta tutti i giorni ma la Cappella di San Bernardino o Cappella Eroli  e la Cappella di San Giuseppe sono visitabili solo nei giorni di Sabato, Domenica e festivi.
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Francesco e i suoi primi seguaci a Narni
Secondo le più antiche fonti francescane Francesco d’Assisi passò per la città di Narni e vi operò dei miracoli. Il primo biografo del santo, Tommaso da Celano ricorda infatti, nella cosiddetta Vita Prima (composta tra il 1228 e il 1229), come il santo d’Assisi, sostando malato presso lo Speco di Sant’Urbano, avesse trasformato in vino dell’acqua attinta dal pozzo. 
All’interno della città, invece, si era reso protagonista di due guarigioni operate in favore di un uomo paralitico e di una donna non vedente.
Successivamente sono ricordati altri sei miracoli verificatisi a Narni per intercessione di san Francesco, tutti avvenuti “tramite una visione, per apparizione o in sogno: tali episodi sono indice senz’altro di devozione popolare, e segno del fatto che la memoria di Francesco si fosse impressa nella società cittadina narnese, ma non possono essere in alcun caso segni della presenza di Francesco in Città”(Pellegrini 2007, p. 377).
Durante il passaggio di Francesco nel territorio narnese si verificarono alcune vocazioni di frati tra cui quella di Matteo che, secondo le fonti Francesco nominò vicario della Porziuncola ad Assisi quando decise di partire per l’Egitto. Probabilmente si deve riconoscere nello stesso personaggio quel Matteo da Narni al quale sono attribuiti nove miracoli post mortem sul luogo della sua sepoltura nella chiesa di un convento francescano a Narni. 
In base alle notizie desumibili dalle fonti è possibile ipotizzare quindi che “entro il 1246 una comunità di frati Minori […] fosse presente, se non entro la cittadina,  almeno nelle vicinanze, e che il punto a cui facevano riferimento i frati coincideva con il luogo di sepoltura del santo frate Matteo”(ivi, p. 380).
Sappiamo anche da una lettera di papa Alessandro IV che nel 1259 i frati Minori erano consistentemente presenti in città. Nel 1260, inoltre, esisteva una “Custodia Narnese”, cioè una circoscrizione amministrativa interna all’ordine che aveva il convento della città di Narni come “sede” di riferimento: della custodia di Narni facevano parte i conventi di Arrone, Piediluco, Terni, Sangemini, Stroncone e Calvi.
Tuttavia il primo documento che stabilisce con assoluta certezza l’esistenza nella città di Narni di un convento è del 1278 e si tratta di un atto pontificio che reca la copia di un atto compilato il 23 Febbraio 1270 “nella chiesa di San Francesco del convento dei frati Minori di Narni” (Ivi 2007, p. 382).


L. Pellegrini, Gli ordini mendicanti e la vita religiosa, in Narni e i suoi statuti medievali, atti del convegno di studio (Narni, 14-15 maggio 2005), Spoleto 2007, pp. 374- 408.

La struttura della chiesa
La chiesa di San Francesco è situata poco distante dalla cattedrale di Narni nel punto più alto del centro storico, protesa verso il versante occidentale della collina che cade a precipizio sulla sottostante gola del fiume Nera. 
L’edificio rappresenta un episodio molto originale nell’ambito del tessuto architettonico della città, poiché stabilisce una discontinuità e una cesura con la tradizione locale (Bozzoni 1985, p. 37). 
La facciata a terminazione orizzontale infatti, è collocata in modo da costituire il fondale di una via con un certo intento scenografico e con una notevole differenza rispetto alle chiese di Santa Maria Maggiore (san Domenico), soverchiata da un’altissima torre e posta lungo il fianco di una strada, della stessa cattedrale di San Giovenale, non agevolmente visibile nella pienezza architettonica della facciata o della chiesa di Santa Maria Impensole, seminascosta lungo una via (ibidem).   
La facciata di San Francesco, databile nella prima metà del XIV secolo, è eseguita in una pietra di taglio accuratamente lavorata e, per il nitido profilo orizzontale, è stata messa in relazione con modelli architettonici abruzzesi. Il prospetto è dominato dal pregevole e unico portale a tutto sesto, strombato e modanato, il cui archivolto è impreziosito da una decorazione scultorea a girali floreali, che trova elementi di paragone in quella del portale laterale della chiesa di San Francesco a Piediluco, firmata dal maestro Damiano d’Assisi e datata 1338 (G.Cassio 2010, p. 171). 
In alto, in asse con  l’ingresso, si doveva aprire originariamente un rosone, successivamente manomesso e trasformato nel Settecento in un finestrone quadrangolare. Sotto a quest’ultimo attualmente si apre una nicchia realizzata con materiale di spoglio e pertinente al rosone stesso databile al XVIII secolo in base all’affresco che vi è dipinto al suo interno e che raffigura La Vergine con il Bambino tra i santi Francesco e Antonio da Padova.


C. Bozzoni, Chiese mendicanti di Narni e di Amelia, in Il Francescanesimo nell’Umbria Meridionale nei secoli XIII-XIV, atti del convegno di studio (Narni–Amelia- Alviano, 23-25 maggio 1982), Narni 1985, pp. 31 -65. 
G.Cassio, Oltre Assisi. Con Francesco nella terra dei Protomartiri attraverso l'Umbria Ternana, Gorle (Bg) 2010
 
L'interno e gli affreschi
L'interno della chiesa è stato  definito una “sala pseudobasilicale”, cioè una struttura concepita come un unico grande ambiente attraverso la sopraelevazione delle due navate laterali, che si mostrano solo poco più basse di quella mediana.
L’edificio termina in un’abside poligonale dalle spiccate forme gotiche, con volta costolonata ad ombrello in cui si apre una grande trifora trilobata, riaperta in seguito ai restauri di ripristino del secolo scorso. La navata principale, nella scansione a grandi pilastri cilindrici, segnati da sottili capitelli fogliati collegati da archi a tutto sesto, sembra rimandare a esempi orvietani e viterbesi (Francesco d’Assisi. Chiese e conventi). Il grande effetto di ampiezza spaziale è aumentato notevolmente dalle nove cappelle archiacute che si aprono sulle navate laterali e che furono realizzate in un secondo momento rispetto all’erezione della chiesa, probabilmente nel corso della seconda metà del XIV secolo.
Entrando ci si trova di fronte ad un ambiente ampio e spazioso, che subito colpisce per la grande quantità di pitture che arricchiscono e abbelliscono l’edificio. Gli otto pilastri cilindrici, che dividono l’ambiente in tre navate, e le cappelle laterali sono splendidamente decorati di immagini sacre. Queste ultime ricoprono un arco di tempo che va dalla prima metà del Trecento ai primi decenni del Cinquecento e documentano in maniera esaustiva tutti gli sviluppi della pittura locale dal Gotico al pieno Manierismo.
La maggior parte degli affreschi trecenteschi è costituita da riquadri votivi (realizzati cioè per esprimere gratitudine per una grazia ricevuta o per richiederne una) raffiguranti prevalentemente l’immagine della Vergine in trono con il Bambino in braccio. Tale gruppo può comparire isolato o affiancato da alcuni santi cari alla tradizione locale: vi troviamo prevalentemente san Francesco d’Assisi (titolare della chiesa) e sant’Antonio Abate (protettore degli animali e molto venerato in Umbria Meridionale). Un tipico esempio di questo modello di composizione è raffigurato nel secondo pilastro a destra, in alto, dove è possibile ammirare un affresco databile ai primi anni del Quattrocento ed attribuito alla bottega del cosiddetto Maestro di Narni del 1409, ben conservato. 
Molto rappresentato all’interno della chiesa è anche sant’Ansano, patrono della città di Siena, riconoscibile per gli eleganti abiti gotici e per l’attributo del martirio che reca in mano, una raffigurazione stilizzata di alcuni organi interni come i polmoni, il cuore, il fegato e l’esofago.
Gli autori degli affreschi sono tutti anonimi, e per la maggior parte di ambito locale. La qualità dei dipinti è, tuttavia, assai varia e ci offre delle testimonianze che vanno da un tono piuttosto popolare e privo di spiccati accenti artistici, ad attestati di alto livello. 
Tra questi si segnalano quelli che sono stati assegnati alle botteghe di due anonimi maestri, il cui stile è stato messo a fuoco dalla critica e, in modo particolare, dal grande storico dell’arte Federico Zeri. Si tratta del cosiddetto “Maestro della Dormitio di Terni” (attivo tra XIV e XV secolo in Umbria Meridionale e nel territorio del Ducato di Spoleto) e del “Maestro di Narni del 1409” (per un approfondimento sui dipinti loro attribuiti all’interno della chiesa cfr. Vignoli 2000, pp. 73–116).
Tra gli affreschi più affascinanti della chiesa di San Francesco, a titolo di esempio, si segnala la figura di San Francesco affrescata sul terzo pilastro di destra, avvicinata alla bottega del Maestro della Dormitio, i medaglioni con busti di Apostoli, nel sottarco della seconda cappella a destra e ancora la splendida ed elegantissima Madonna della Misericordia della terza cappella di sinistra. Di notevole interesse, infine, un pregevolissimo Sant’Antonio abate, dipinto nel secondo-terzo decennio del Quattrocento all’interno dell’arco di passaggio tra la seconda e la terza cappella di sinistra. 
All’interno della chiesa erano custodite, inoltre, opere di alta qualità, trasferite in altra sede, o disperse in occasione delle spoliazioni napoleoniche. Si tratta di alcuni dipinti che decoravano gli altari delle cappelle laterali dell’edificio. Tra questi è stata riconosciuta con certezza l’Allegoria della Regola Francescana di Michelangelo Braidi, proveniente dalla cappella della confraternita del cordone (ultima a destra) e attualmente nel santuario di Santa Maria della Quercia, nella frazione  La Cerqua di Narni. In quest’ultimo edificio sono conservate altre due tele per le quali è stata proposta un’analoga provenienza dalla chiesa di San Francesco a Narni (Vignoli 2009, p. 96): la splendida Madonna con il Bambino e Sant’Anna (forse proveniente dall’omonima cappella e attribuita a Federico Zuccari) e lo Sposalizio della Vergine (in origine nella cappella di San Giuseppe).
​A.Novelli e L.Vignoli

 
L. Vignoli, Attività artistica a Narni tra XIV e XV secolo, in “Memoria Storica”, 17, IX, 2000, pp. 73-116.
L. Vignoli, La Quercia (Narni). Santuario di Santa Maria della Quercia, Madonna con Bambino e Sant’Anna, in Arte e Territorio. Interventi di restauro 4, a cura di A. Ciccarelli, Todi 2009, pp. 86-101
Foto
         La chiesa di San Francesco
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Sant'Ansano
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La Madonna della Misericordia
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Sant'Antonio
Per saperne di più:
​
la Cappella di S.Giuseppe (sacrestia)
La Cappella di S Bernardino o Cappella Eroli

 
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Tutte le foto, eccetto dove diversamente specificato, su gentile concessione della Diocesi di Terni-Narni-Amelia (aut. N. 526/15)
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