L'interno L’interno della chiesa colpisce per la sua austera semplicità. Il corpo principale dell’edificio è diviso in tre navate da una fila di colonne di travertino, coronate da capitelli romanici che imitano lo stile composito classico. Unica eccezione è rappresentata dal suggestivo capitello figurato dell’ultima colonna a destra, dove compare l’episodio veterotestamentario di Daniele nella fossa dei leoni, caratterizzato da un intaglio estremamente rustico, abbozzato e di grande forza espressiva. Tipico elemento dell’architettura romanica narnese è l’arco con il sesto ribassato che collega le due file di colonne della navata centrale e che conduce lo sguardo fino al grande arco trionfale che incornicia il presbiterio. Altro elemento decorativo che ritorna anche in altri edifici romanici narnesi è la decorazione bicroma della ghiera degli archi, con conci disposti alternativamente in pietra calcarea bianca e rosa. Sulla parete destra compaiono interessanti tracce degli elementi architettonici della chiesa più antica, come ad esempio il profilo di una monofora tamponata che si scorge in basso, vicino al pavimento. Sulla stessa parete emergono numerose tracce di pitture ad affresco che testimoniano come la chiesa, in origine, dovesse essere completamente dipinta. Tra le testimonianze maggiormente leggibili troviamo due raffigurazioni della Madonna in trono con il Bambino, databili tra la fine del Trecento e i primi anni del secolo successivo, attribuibili a delle botteghe attive localmente e influenzate dal linguaggio del cosiddetto “Maestro della Dormizio di Terni” e del “Maestro di Narni del 1409”. Di qualità più modesta risultano, invece, gli affreschi votivi che si trovano in controfacciata, tra il portale principale e quello laterale destro, databili alla prima metà del Quattrocento: essi raffigurano una Santa Barbara (riconoscibile per l'attributo della torre) e il santo vescovo Biagio (con il rastrello in mano, simbolo del suo martirio). Alcuni anni fa, in occasione della rimozione del confessionale che si trovava incassato in una nicchia della navata destra, sono venuti alla luce gli affreschi votivi che si possono ammirare subito all'inizio della parete destra. Lo stato di conservazione di queste pitture è davvero buono, grazie alla protezione dalla luce e dalla polvere che gli è stata garantita dal confessionale negli anni passati. La nicchia completamente affrescata presenta diversi strati di intonaco, elemento che ci aiuta a capire come i vari affreschi votivi (tutti databili alla seconda metà del Trecento) siano stati realizzati a poca distanza di tempo l'uno dall'altro. Nel sottarco della nicchia si riconoscono i simboli dei quattro evangelisti realizzati all'interno di clipei, mentre sulla parete, di mano diversa, spiccano le figure di notevole qualità di due sante martiri, tra le quali riconosciamo Lucia, con la coppa degli occhi in mano. Al centro del transetto compare l'altare maggiore rivestito di lastre marmoree decorate con motivi cosmateschi e sostenuto da un esile colonnina con capitello fogliato. Dietro all'altare si apre un piccola abside semicircolare, la cui lieve convessità, appena accennata, si deve al fatto che tale elemento architettonico è realizzato a sbalzo, curvandosi nel vuoto ad alcuni metri di altezza dal piano di calpestio nel punto in cui fuoriesce dal filo del muro posteriore dell'edificio. Dietro l'altare, all'interno dell’absidiola, fa bella mostra di sé una venerata scultura lignea seicentesca raffigurante l'immagine dell'Immacolata Concezione.