§ Parrocchia di santa Maria Maggiore in san Domenico, Narni
Padre Tommaso Libetti, domenicano. Nato a Napoli nel 1819, per circa vent’anni ha tenuto la suddetta parrocchia. Tale chiesa, prima Cattedrale di Narni, nel 1273 fu venduta dalla Curia narnese ai Domenicani che la tennero fino al 1861 quando tutto il complesso (chiesa e convento) vennero occupati ed espropriati dai funzionari del nuovo governo. Padre Tommaso era chiamato “Prioretto” per la sua statura mingherlina. Era benvoluto da tutti perché conoscevano la sua carità e bontà d’animo. Il 21 settembre 1870 giunse notizia della presa di Roma e i Narnesi si radunarono in piazza Priora e organizzarono una fiaccolata per le vie della città cantando e gridando “Fuori i lumi”. Passarono anche sotto la casa del Prioretto chiamandolo a gran voce “Prioretto, fuori i lumi”, Successe invece che il sagrestano Peppe, non meglio identificato, per paura, sparò due schioppettate e fuggì andandosi a rifugiare nei sotterranei di san Domenico. Alcuni dei più facinorosi partecipanti al corteo sfondarono la porta di casa ed entrati trovarono il Prioretto seduto in poltrona che recitava il rosario. Lo presero e lo portarono in strada e gli colarono la pece bollente delle fiaccole in diverse parti del corpo. Quando altri partecipanti al corteo si accorsero che si trattava del povero frate era ormai troppo tardi. Lo portarono in ospedale ma per le molte ustioni procurategli, alle ore 13 del 1 settembre 1870, come risulta dal registro dei decessi del Comune, il povero Prioretto rese l’anima a Dio. Queste notizie sono state ricavate da un manoscritto del Generale narnese Filippo Ubaldi. § Parrocchia di sant’Agostino Padre Giuseppe Panbianco, agostiniano. Quando bussarono alla sua porta, aprendo vide che erano i funzionari del nuovo governo, lui non fece altro che sbattergli la porta in faccia. Prima di abbandonare la casa per volere del governo, sull’architrave della porta che metteva in comunicazione la chiesa con il chiostro, scrisse “a te grand’Agostin lascio la cura della chiesa mia sposa unica e pura”. Padre Panbianco lasciò la Parrocchia nel 1900. Padre Silvestro Radicchi. Parroco dal 1957 al 1962, apparteneva alla famiglia dei Missionari del Sacro Cuore che aveva sede nel Castello di san Girolamo. § Parrocchia di sant’Agnese Padre Pierluigi Mandich. Parroco dal 1957 al 1960. Anch’egli apparteneva all’ordine dei Missionari del Sacro Cuore. § Parrocchia di Capitone Padre Maurizio Bernardini, Cistercense Parroco dal 1939 al 1959. Apparteneva all’ordine di cui sopra che avevano il convento a Foce di Amelia. § Parrocchia di Finocchieto Padre Giacomo Speziali, Francescano Parroco dal 1954 al 1961. Padre Labetta, Francescano Padre Silvestro Dionigi, Francescano Parroco nel 1973. Padre Pacifico Vecchietti, Francescano § Parrocchia di Itieli Padre Ambrogio Salvetti, Francescano Parroco nel 1961. Padre Pacifico Vecchietti, Francescano Padre Cesario Pezzanera, Francescano Padre Amedeo Cortona, Francescano Padre Domenico Mencio, Francescano § Parrocchia della Cerqua Padre Sebastiano Capparella, Salvatoriano Parroco dal 1952 al 1959 § Parrocchia di Rocchette e Rocchettine Padre P. Mercedari. Parroco nel 1957 § Parrocchia di san Nicola, Stroncone Padre G. Grimani, Francescano. § Parrocchia di Stifone Padre Alfonso Nardone, Salvatoriano Padre Simeone Heiman, Salvatoriano Padre Narciso Casanova, di Barcellona, Benedettino § Parrocchia di Taizzano Padre Marco Laser, Salvatoriano Parroco nel 1947 § Parrocchia di Sant’Urbano Padre Ambrogio Salvetti, Francescano Parroco dal 1960 al 1966. Padre Pacifico Brunori, Francescano Parroco dal 1963 al 1965 Padre Cesario Pezzanera, Francescano Parroco nel 1965 Padre Agostino ?, Francescano Parroco dal 1965 al 1960 Padre Leonardo Lattanti, Francescano Parroco dal 1969 al 1970 Padre Francesco Matozzi, Francescano Parroco nel 1970 § Parrocchia di Vasciano Padre Placido (Vincenzo Sartucci), Francescano Tenne la Parrocchia di Vasciano dal 1942 fino a quando le forze glielo consentirono. Fu mandato a Narni nel 1940 con il compito di riaprire Lo Speco, chiuso dopo l’uccisione di tre frati nel 1890. Erano gli anni della Seconda guerra mondiale e lui, con vero spirito cristiano, ospitò e salvò i tanti partigiani che dal Monte S. Pancrazio gli si presentavano per avere cibo e conforto che egli puntualmente soddisfaceva. Fu talmente impegnato nella lotta partigiana che i Nazisti minacciavano di far saltare lo Speco se avessero trovato qualche rifugiato. Per questa sua attività, riconosciuta da tutti, Narnesi e Ternani, il Generale Alexander, Comandante delle truppe alleate operanti nella nostra zona gli conferì l’attestato di partigiano. Padre Placido si prodigò per ottemperare allo scopo per cui era stato inviato allo Speco, sostenuto da ditte private e cittadini che parteciparono con donazioni per ripristinare la funzione e la fisionomia dello Speco che ancora oggi ammiriamo. (a cura di Edoardo Antonini) |