L'Altare e la Confessione furono costruiti tra il 1669 e la fine del 1714 su disegno dell'architetto fra Giuseppe Paglia, religioso domenicano; egli ha voluto realizzare un'opera sullo stile delle basiliche romane, con ricchezza di marmi e finezza di intarsi. L'opera fu decisa in seguito alla ricognizione effettuata nel 1642 delle reliquie di San Giovenale, con decreto del vescovo Giampaolo Bocciarelli, il quale in un primo tempo fece costruire l'altare della cripta.
Nel 1659 il vescovo Raimondo Castelli stimolò la comunità alla costruzione e invitò l'architetto Paglia il quale fece il progetto e iniziò i lavori. Questi incontrarono ben presto difficoltà di ordine economico e fu per l'intervento del prelato narnese Monsignor Giuseppe Sacripante (divenuto poi Cardinale nel 1690) che i lavori ripresero alacremente, tanto che nel 1703 erano ormai quasi al termine. |
Studi recenti portano a conoscenza l'opera in successione di cinque architetti romani (Vincenzo Zaccarelli, Domenico Legendre, Giuseppe Paglia, Matthia De' Rossi e Nicola Michetti) impegnati a Narni tra il 1642 e il 1711 nell'erezione dell'altare maggiore, della Confessione e della nuova cappella del Corpo Santo nella cripta.
Francesco Luisi, Barocco, d'incanto, Ed. Torre D'Orfeo, Roma 2021 |