(Antonio Gherardi (attr.) (Rieti 1638 - Roma 1702) Olio su tela: 300 x 210 cm Restaurato nel 2003 dalla ditta Claudia Viviani La Natività del Battista L’approfondita e sistematica indagine condotta da alcuni studiosi in territorio umbro tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento fece emergere, tra tante opere rinvenute in quegli anni, l’interessante tela di Narni con la Natività del Battista. Il dipinto, individuato nella chiesa di san Francesco, fu assegnato ad Antonio Gherardi e bottega ipotizzando un riferimento a quella Natività del Battista che l’Eroli, nella sua Descrizione delle chiese di Narni e suoi dintorni del 1898, citava con attribuzione a Girolamo Troppa. [….] Nel periodo postunitario la Natività del Battista, assieme ad altri dipinti, fu trasferita nella chiesa di San Francesco, dove l’Eroli la ricorda e dove, nel 1976, è stata ritrovata. [….] Solo recentemente è stata sottoposta a restauro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni in occasione dell’ampia rassegna monografica del giugno-ottobre del 2003 nel Palazzo Vescovile di Rieti, città natale di Antonio Gherardi (1638-1702). [….] I contatti di Antonio Gherardi con una committenza umbra e laziale si intensificano alla metà degli anni Ottanta attraverso contatti con aristocrazia e ordini religiosi. E’ proprio in questa fase del percorso dell’artista che può essere inserita la Natività del Battista per la cui committenza si ipotizza un riferimento alla figura di Giuseppe Sacripante, alto prelato originario di Narni, particolarmente dedito ad arricchire e restaurare le chiese della sua città d’origine [….] La composizione riprende la classica iconografia della nascita di Giovanni Battista. L’anziana figura di Elisabetta sdraiata è assistita dalle levatrici e dalle ancelle, affaccendate soprattutto attorno a Maria che, in base al racconto della Legenda Aurea, siede a terra con il neonato tra le braccia mentre una giovane versa da una brocca l’acqua nel bacile lustrale al centro della composizione. Ogni personaggio, tranne Maria Vergine, il piccolo Giovanni Battista e l’angelo in alto che trattiene un drappo, fanno parte del repertorio gherardiano […]. L’accurato restauro del dipinto, eseguito nel 2003 da Claudia Viviani, non ha potuto ovviare totalmente ai danni subiti a causa del lungo periodo in cui è stato abbandonato all’umidità nella chiesa di San Francesco (1). (1) A.Ciccarelli (a cura di) Arte e territorio. Interventi di restauro 3, Terni, 2006 |