Il ciclo riguardante san Nicola da Tolentino, i cui attributi iconografici sono costituiti dalla stella sul petto, il libro delle regole ed il giglio, prende spunto dalle scene di quello della cappella a lui dedicata proprio a Tolentino (2) presenta otto lunette delle quali soltanto cinque ancora visibili.. Su queste ,si possono leggere l’episodio delle braccia recise ad un monaco tedesco (Braccia se ben recise o qui restate se con voci di sangue di sangue a noi parlate), quello in cui il santo sostiene e riporta in vita due giovani impiccati (Benché sospesi ed a più rami avvinti fa ritornare in vita anche gli estinti), quello dove rifiuta il cibo recatogli dai suoi confratelli ridando vita alle pernici (Per non prender come torto al tuo gran duolo rendi accotte pernici e vita e volo), un altro con riferimento al paradiso (Se attento alle altrui pene io volgo il viso cangia il limbo e l’inferno in paradiso) e l’ultimo con riferimento ad un “Eroe del Piceno” (Dell’eroe del Piceno i sacrifici tolgon l’alme purganti all’ire uffici)
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Le altre otto lunette che proseguono oltre l’angolo sono di difficile interpretazione ma dovrebbero ricondurre ad episodi della vita del fondatore dell’ordine agostiniano, appunto sant’Agostino (3).
In questa serie di otto lunette si può leggere un solo cartiglio “Mirate pur la gloria alma e gradita mentre godete il paradiso in vita”. |
Il ciclo prosegue con una serie di altre otto lunette ancora raffiguranti episodi importanti della vita di Sant’Agostino; nella prima si legge “ L’eresia vinta al grande eroe già cade e i nostri fior fanno base al piede”. La seconda reca una finestra centrale affiancata da due santi che sormonta uno stemma identico a quello, scolpito in pietra, presente nel chiostro; al di sotto di questo l’iscrizione recita “Queste vostre preghiere faran grande Agostino in ……”.
Il cartiglio della terza lunetta, dove Dio dialoga direttamente con il santo, reca la segente scritta “Non può capire un intelletto umano d’un dio ch’è trino e sol l’eccelso arcano” che rimanda alla Trinità di Dio, costituito da Padre, Figlio e Spirito Santo. Sulla quarta si prosegue con “Tanto è ver che l’orar con puro zelo può tramutar l’istesso inferno in cielo”. Nella quinta lunetta si vede il santo infermo a letto che cura, ponendo la mano sul capo, un vescovo malato. Ed infatti il cartiglio recita: “Questo di santità mostro affricano ha la salute altrui nella sua mano”. La sesta ritrae sant’Agostino impegnato in un dialogo con un angelo, inginocchiato ai piedi di un altare con le insegne di vescovo; nel cartiglio “E’ questo d’Agostinl’invitto cuore ch’alberga la virtù scaccia l’errore”. La lunetta successiva mostra un gruppo di fedeli malati chieder grazia e perdono al santo, sospeso tra le nubi. L’iscrizione ricorda che “Chi vuol sanar con memorando esempio del grande eroe d’Hippona entri nel tempio”. Le cattive condizioni dell’ottava ed ultima lunetta di questo lato del chiostro non consentono una chiara interpretazione della scena, Sul cartiglio si riesce a leggere “Soffrino pure al ciel vittime …… santi dan sepoltura ai lor devoti”. |