"Spostandosi verso la navata sinistra si nota un interessante frammento di affresco del 1238 e, a lato, una bella immagine di Santa Lucia (sec. XV).
Nell'angolo fra la navata sinistra ed il transetto si trova la statua di sant'Antonio abate (1474) di Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta. La statua (restaurata nel 1995) fu commissionata dalla Compagnia di sant'Antonio per la propria Chiesa esistente nei locali sottostanti la Sagrestia della Cattedrale (nella parte destra dell'attuale Piazza Garibaldi). Negli inventari si parla della statua posta, appunto, sull'altare della Chiesa.
Si incontra, quindi, un bell'esemplare di architettura toscana: la Cappella della Consolazione, detta del Coretto, ad essa si accede attraverso una vetrata posticcia del 1700 che chiude un bellissimo arco sorretto da quattro colonne quattrocentesche. La Cappella é stata costruita per volere del vescovo Pietro Gormaz, spagnolo, che resse la Chiesa di Narni dal 1490 al 1515. La dedicò alla Madonna della Consolazione, facendovi erigere una edicola di marmo scolpito, in cui fece racchiudere una tavola quattrocentesca; essa rappresenta la Madonna della Consolazione, di ispirazione bizantina. Al lato destro, opera di marmorari toscani o lombardi (scuola del Bregno), l'imponente sepolcro che il vescovo Gormaz si fece costruire; nel fondo la Madonna col Bambino, ai lati i santi Giovenale e Cassio e i santi Pietro e Paolo. Gli stalli del coro (1726) sono di pregevole fattura, ma la loro presenza ha fatto perdere alla Cappella la sua unità architettonica
Foto Roberto Sigismondi, Roma
Nella parete esterna, appena usciti dalla Cappella, notiamo il ritratto (1600 circa) del Vescovo narnese Erolo Eroli.
Subito dopo la Cappella, in una nicchia, è conservato un Crocifisso di legno a grandezza naturale del sec. XV, opera di un artigiano locale; da alcuni è attribuito a scultore tedesco (Giovanni Teutonico?).
Segue il monumento al senatore Pietro Cesi, opera attribuita a Bernardo da Settignano (1477) detto il Rossellino, ricordata dal D'Annunzio nella poesia dedicata alla città di Narni. Bello, anche se cadente, l'affresco della lunetta raffigurante la Madonna con il Bambino, che qualcuno attribuirebbe a Pier Matteo d'Amelia, però gli evidenti caratteri toscani del dipinto fanno dubitare di questa attribuzione.
L'altare di San Pietro, con sfondo architettonico rinascimentale, presenta una tela del forlivese Livio Agresti (firma dell'autore): la consegna delle chiavi a San Pietro (1560).
Al termine della nostra visita, incontriamo l'altare e la tela di San Biagio, di autore ignoto ma che certamente ha lavorato a Narni e nel suo territorio come testimoniano diverse tele esistenti nelle varie Chiese della città. La tela è datata 1675.
Un affresco (sec. XIV o meno probabilmente tardo XIII) è "riconoscibile" in prossimità della navata sinistra. L'affresco è di estremo interesse. Sebbene le condizioni in cui ci è pervenuto non permettono di gustarne a pieno le qualità estetiche, rimane la sua importanza storica. La rappresentazione, infatti, di una scena di carattere civile (la stipula di un contratto con la presenza di quattro o cinque amanuensi) nell'ambito di una struttura ecclesiale è fatto significativo e notevole, in quanto raro."