Dal mese di aprile del 2013 a quello di marzo del 2014 l’archeologo Giulio Faustini ha effettuato uno scavo all’interno della navata centrale della chiesa di Sant’Agostino, finanziato dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito del Programma Operativo della Regione Umbria e patrocinato dalla Parrocchia dei Santi Giovenale e Cassio e dal Centro di Studi Storici di Narni. “Particolare interesse all’interno dello scavo ha assunto la pietra affrescata e modanata che è stata rinvenuta con le indagini archeologiche. Il tenore del testo dell’epigrafe dipinta permette infatti di attribuire il pezzo ad un edificio di culto, con ogni probabilità coincidente con la chiesa di Sant’Andrea della Valle, dove la pietra formava insieme ad altri elementi simili un mensolone ovvero un piano d’imposta, destinato a sorreggere un arco o una volta. L’epigrafe gotica, databile al XIII secolo, testimonia inoltre che nel corso del Duecento la chiesa di Sant’Andrea fu oggetto di un intervento, che coinvolse l’edificio di culto almeno a livello pittorico; anche se attualmente non esistono elementi che lo confermino, non è da escludere che la struttura chiesastica sia stata ruotata ed ampliata proprio in questo momento. Con l’avvio del cantiere agostiniano, il vecchio edificio di culto venne demolito e al suo posto venne eretta la chiesa di Sant’Agostino; quest’ultima, rispetto alla struttura precedente, subì un’ulteriore rotazione, disponendosi in senso NE-SO e prospettando con la sua facciata direttamente su un percorso urbano, coincidente con l’attuale via dell’Asilo. Durante la costruzione della chiesa agostiniana, molto più grande rispetto a quella precedente, la pietra affrescata venne riutilizzata all’interno del battuto, posizionandola al disopra dei resti del vecchio edificio di culto e contemporaneamente lungo l’asse longitudinale della struttura odierna. Pur non lasciando a vista le superfici dipinte del pezzo, la particolare collocazione del reperto litico, certamente non casuale, sembra suggerire una certa intenzionalità nella posa in opera del blocco. Si potrebbe pensare quindi che ci sia stata la volontà di evidenziare e commemorare, tramite la pietra, il rapporto tra i due edifici di culto narnesi, che in tempi diversi, insistendo nello stesso sito, svolsero la funzione di cura animarum per la medesima porzione della città. Effettivamente, anche dalle fonti scritte emerge un forte legame tra la vecchia chiesa di Sant’Andrea della Valle e quella di Sant’Agostino, che ancora nei documenti della curia vescovile di Narni del XVIII e del XIX secolo veniva ricordata anche con il titolo di Sant’Andrea”(1).
(1) G. Faustini, Narni: dalla chiesa di Sant’Andrea della Valle alla chiesa di Sant’Agostino, in Temporis Signa, VIII (2013), pp. 125-139. |
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